Nell’ambito de La Biennale Venezia, a Palazzo Zenobio dal 11 al 30 novembre 2017, FRANCESCO BRUSCIA presenta la seconda tappa della performance “PEACE and LOVE”.

“PEACE and LOVE”

Nell’ambito de La Biennale Venezia, a Palazzo Zenobio dal 11 al 30 novembre 2017, FRANCESCO BRUSCIA presenta la seconda tappa della performance “PEACE and LOVE”.

Il percorso è iniziato a maggio 2017 dal Macro Testaccio di Roma, in quella occasione l’artista ha invitato il pubblico a donare dei messaggi di pace e amore, in questa seconda tappa veneziana Bruscia si concentra nel potenziare ed arricchire la relazione col pubblico, oltre ad essere esposti alcuni dei messaggi ricevuti, l’invito è rinnovato al fine di stimolare e raccogliere quanti più gesti altruisti possibili, messaggi che nella terza futura tappa verranno rimessi in circolo, generando così un circuito virtuoso di diffusione di pace e amore, lemmi ricaricati del loro valore primordiale, rigenerati, così Francesco Bruscia agendo concretamente nel sociale compie un’azione pragmatica volta alla rigenerazione di una società mutilata da sentimenti altruisti e propositivi.

A latere della performance viene esposto il sunto del percorso creativo dell’artista, che da sempre si è fatto forza attraverso l‘uso ricorrente della luce, di materiali eterni come oro ed argento, metalli preziosi, e colori appassionati come i rossi delle bocche d’artista, ma all’origine era il mito contemporaneo celebrato nelle dive di Hollywood tempestate da cristalli preziosi, ma qui a Venezia su tutto predomina la macro bocca d’artista, luogo del verbo, e in questa occasione talmente espansa da divenire feticcio, calamita atta ad attirare l’attenzione del visitatore per la pratica più contemporanea del nostro tempo, il selfie!

Del resto anche le dive sono oggi immortali per le immagini che le hanno generate, rese celebri attraverso pose gestualmente ammiccanti, sensuali, e prodotte per il piacere carnale del pubblico.

Andy Warhol scrisse in una delle sue tante parabole […] nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti […], oggi possiamo dire che quel futuro è già passato, così attraverso app, connessioni multiple e rimediazioni, navighiamo in una giungla, come nella recente serie “Giaguari”, fino agli scenari apocalittici dell’ultima produzione “Crateri” dove l’identità delle cavità è tangibile, ma solo in apparenza, perché il lavoro di Bruscia travalica la realtà per proiettarsi nel mito di una liquida luce smisurata, è una bellezza agonistica che tende a tornare ad uno stato primordiale, assoluto, tanto da potersi schiudere in una semi tautologia […] L’oro scorre dalla sua stessa forza […] (dalle “Odi” di Pindaro), ed il giuoco abbagliante degli specchi è pronto!

Francesco Mea

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